I FLORIO. Palazzo Florio a Favignana

Più che un palazzo, quello dei Florio a Favignana appare come un castello. Lo stile neogotico al quale appartiene, che ha ispirato Giuseppe Damiani Almeyda nel progettare la casa di campagna di Ignazio Senior sull’isola, accentua questa sensazione. Questa dimora si trasformò in un rifugio di tranquillità, distante dai luoghi della vita mondana e dal frastuono urbano.

Dopo l’acquisto di diversi latifondi cerialicoli e alcuni appartamenti nel cuore di Palermo, Ignazio Senior comprò le isole Egadi da Camillo Pallavicini, nel 1874. Insieme alla proprietà, a Ignazio Senior sarebbe spettato anche il titolo di principe. Ma Ignazio Senior non accettò mai questo titolo nobiliare, preferendo ancora lo status di imprenditore.

Una perla tra le isole Egadi

L’isola di Favignana era frequentata da una popolazione dedita alla pesca e all’agricoltura, che vi si recava durante l’appropriata stagione. Il suo sviluppò cominciò nel XVII secolo, quando la popolazione s’insediò permanentemente sull’isola. Il prestigio derivato dal possesso, e le potenzialità economiche dell’isola, agevolò la decisione di Ignazio Senior nel procedere all’acquisto.

Essendo un imprenditore pratico e lungimirante, Ignazio Senior incaricò immediatamente Damiani Almeyda di progettarvi una residenza di campagna. I lavori di costruzione iniziarono nel 1876, sul sito dove sorgeva una parte del forte San Leonardo.

I lavori furono sempre sorvegliati da Filippo La Porta, allievo di Damiani Almeyda, tenutosi in costante rapporto epistolare col suo maestro. Il cantiere venne chiuso due anni dopo, e il 24 maggio 1978 la famiglia Florio entrò ufficialmente in possesso della sua nuova casa.

Un palazzo simile a un castello

Data la sua imponenza e le connotazioni stilistiche, il palazzo Florio a Favignana finì poi per assumere l’appellativo di castello. Ispirandosi al neogotico, Damiani Almeyda aderì ai canoni medievali nella costruzione della struttura, nelle decorazioni architettoniche e nel disegno del parco.

L’edificio infatti, è circondato da vialetti semicircolari, che delimitano aiuole. Dall’alto si distingueva chiaramente il disegno quadrilobato delle aiuole, che richiamava gli elementi stilistici dell’epoca medievale e dell’arte gotica. Oltre il giardino: il paese di Favignana, da un lato, e il mare dall’altro.

Il prospetto orientale dell’edificio, dove si trova l’ingresso, presenta le finestre del primo piano inquadrate in archi a tutto sesto, mentre quelle del secondo piano in archi a sesto ribassato. Gli archi sono spesso composto da conci di pietra di diversa tipologia e colore.

Il prospetto occidentale è decorato da archi a sesto acuto orientaleggianti. Su questo prospetto si affaccia una splendida terrazza sopraelevata, abbellita da colonne in ferro battuto che reggono il balcone soprastante.

Tuttavia, nel palazzo Florio a Favignana, la decorazione neogotica si mescola con quella della tradizione siciliana. Insieme alle decorazioni tipicamente neogotiche, come i motivi polilobati, le merlature, le logge e i racemi, spicca un motivo decorativo più locale. Nella ringhiera della scala di servizio si nota ancora una decorazione circolare ispirata alle ruote dei carretti siciliani, già richiamati ed espressi nel soffitto della Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella.

L’ingresso e la cappella del Palazzo Florio a Favignana

L’ingresso del palazzo è dotato di un portico, attraverso il quale si entra in un vestibolo. Da qui, a sinistra vi erano alcuni locali di servizio e l’ufficio del guardiano, a destra una biblioteca con l’accesso alla piccola cappella di famiglia.

Alla cappella di famiglia si accedeva anche dall’esterno, per mezzo di un accesso inquadrato da un arco ogivale. Sormonta l’ingresso della cappella un orologio, i cui rintocchi sono scanditi da un congegno elettromeccanico.

Gli interni del Palazzo Florio a Favignana

Dopo l’ingresso e il vestibolo, il piano terra del palazzo Florio a Favignana era occupato dalle sale di rappresentanza. Una sala da pranzo, una da ballo (abbellita con un soffitto ligneo a cassettoni decorato con rosoni) e una da biliardo. Tutte inquadrate da grandi finestre rivolte verso il mare e precedute da un’anticamera. Il boudoir invece, si trovava di fronte allo scalone.

Nel corpo aggettante sulla destra dell’edificio si trova uno scalone bianco, decorato da una finestra policroma con soggetto marino e sormontato dal leo bibens, il simbolo dei Florio. Da questo scalone si accede al primo piano: il “piano nobile” destinato alle aree private della famiglia. La stanza centrale è un anticamera che sembra dividere gli appartamenti privati.

Secondo la planimetria originaria, la camera da letto padronale, di Don Ignazio e Donna Giovanna, era fiancheggiata dalle stanze per la toeletta, e dai guardaroba. Seguivano le stanze dei camerieri personali e un piccolo studio privato. Di fronte si aprivano le camere dei figli, vicino a quella della governante e quella del loro precettore.

Al secondo e ultimo piano del palazzo Florio a Favignana si accede da una scala di servizio. Il piano era occupato dalle stanze per gli ospiti: nove camere da letto disimpegnate da un fumoir e da un salone dal tetto altissimo e fiancheggiato da colonne. Termina il piano uno splendida terrazza merlata, dalla quale si può godere il panorama sul mare.

La dépendance Pretti

La servitù aveva i suoi alloggi nel seminterrato, dov’erano anche le cucine, la dispensa, il locale carbone e la legnaia. Mediante un passaggio sotterraneo il palazzo Florio a Favignana era collegato a una dépendance, nota come Pretti.

Questo corpo aggiunto era stato costruito per volere di Eugenio Pretti: un imprenditore genovese, delegato della famiglia Pastorino per l’acquisto delle Isole Egadi nel 1873. I locali avrebbero dovuto ospitare un’industria conserviera per le sardine fritte. Ma la trattativa non riuscì, le isole Egadi furono acquistate da Ignazio Senior, e l’edificio fu adibito a locali per la servitù e le stalle.

Un palazzo tra lusso e innovazione

Grazie alla sua curiosità e apertura alle novità, Ignazio Senior fece costruire un palazzo imponente, dotato anche di tutti i possibili comfort. Egli fece inserire le persiane meccaniche inventate da Ranieri Ricci. Si trattava di un congegno composto da tavolette mobili e azionato da due manubri: l’antenato dell’odierna serranda.

La famiglia Florio si riuniva in questo palazzo insieme agli amici, trascorrendo le giornate passeggiando nel parco, riunendosi sotto il portico occidentale, giocando nella sala biliardo, ma soprattutto osservando le attività legate alla mattanza.

La mattanza alla Tonnara Florio

La mattanza era il momento più violento di un’antica tradizione praticata dai pescatori di tonno. Le barche circondavano la cosiddetta “camera della morte”, dove i tonni venivano colpiti dagli arpioni e tirati in barca. Era una fase della pesca caratterizzata da una solennità particolare, con un rituale intriso di grande dinamismo. Questa pratica si svolgeva nella vicina Tonnara, altra proprietà dei Florio e importante fonte di profitto.

Doveva essere simile a una scena di battaglia: l’acqua in tempesta, mossa dai tonni che tentano di sottrarsi alla cattura, i pescatori che con rapida agilità tentano di colpirli, tra gli spruzzi d’acqua intrisi di sangue. Scene di mattanza sono spesso state ritratte in campo artistico. Un esempio è la grande tela di Antonino Leto che dominava la sala da biliardo del castello di Favignana. Un omaggio a una delle più floride attività della famiglia Florio.

Luogo di delizia e raccoglimento

Ignazio Senior poté godere solo per pochi anni della bellezza del palazzo Florio a Favignana. Con la sua improvvisa scomparsa, nel 1891 la proprietà passo ai figli: Ignazio e Vincenzo. Essi vi trascorrevano le vacanze, insieme alla madre Giovanna, alle rispettive mogli, ai figli e ai tanti amici che conducevano sull’isola.

I nuovi proprietari del palazzo Florio a Favignana operarono alcune migliorie agli arredi interni, seguendo l’estetica del liberty allora dominante. Gli elementi di modernità furono principalmente le lampade in ferro battuto e le tappezzerie dai grandi fiori colorati.

Oltre alla spensieratezza delle vacanze e degli incontri tra amici, Favignana fu lo sfondo di tante penose vicende familiari dei Florio: fu qui che Franca venne a riprendersi dopo la morte di Giovannuzza nel 1902, del suo Baby Boy e della appena nata Giacobina nel 1903. Il palazzo Florio a Favignana divenne una sorta di rifugio per la famiglia, un luogo dove poter rallentare il ritmo e riconnettersi a se stessi.

Il Palazzo Florio a Favignana oggi

Oggi il Palazzo Florio a Favignana appartiene al Comune di Favignana, ed ospita nelle sale del piano terra la biblioteca comunale e la sede del Consiglio Comunale. Il primo e il secondo piano sono stati recentemente aperti al pubblico: sono occupati da una mostra permanente che racconta la storia della famiglia Florio e delle sue attività imprenditoriali.

Bibliografia e sitografia

  • Daniela Brignone (a cura di), I luoghi dei Florio. Dimore e imprese storiche dei “viceré di Sicilia”, Rizzoli, Prato 2022;
  • Orazio Cancila, I Florio. Storia di una dinastia imprenditoriale, Rubbettino, Soveria Mannelli 2019;
  • Vincenzo Prestigiacomo, I Florio. Regnanti senza corona, Nuova Ipsa Editore, Palermo 2020.

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